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Ponyadi: intervista a Simonetta Cipriano

31/8/2015 11:00:00 - Pony
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La "signora" del salto Ostacoli per le Ponyadi ad Alviano

Innanzitutto ancora grazie di cuore per la sua partecipazione a questo evento per il quale la sua presenza è un contributo incommensurabile sotto molti punti di vista. Lei è stata giudice nazionale dal 1972 al 2014 e giudice internazionale dal 1992 oltre ad aver ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Regionale Campania per 12 anni e quello di co-organizzatrice di uno dei concorsi ippici più importanti in Italia come l’Internazionale di Piazza del Plebiscito. Una carriera davvero incredibile votata alla vera equitazione e ai giovani.

1. Da giudice, Presidente di giuria e docente nei corsi per giudici nazionali ed internazionali quale è stata per tanti anni, quali pensa siano le caratteristiche imprescindibili, soprattutto in relazione ad un evento come le Ponyadi, in chi ricopre questo ruolo?
S.C. Pazzo prima di tutto! In generale un giudice deve conoscere il regolamento molto bene! E può e deve per sicurezza controllarlo! Mantenere delle regole in cui vige il rispetto reciproco tra giudice e concorrente. Ove ci fosse possibilità di decisionalità da parte del giudice perché il regolamento lo prevede, deve tassativamente porsi una domanda: se dico si arreco danno ad un altro concorrente? Se la risposta è no può accontentarlo. Il giudice inoltre deve essere fedele alla FISE perché è li in rappresentanza della Federazione e non del comitato organizzatore.

2. In quanto organizzatrice di manifestazioni equestri di rilievo, cosa contribuisce secondo la sua esperienza a rendere un concorso ippico, un evento di successo e quali consigli vorrebbe trasmettere all’organizzazione in occasione delle Ponyadi?
S.C. Una delle basi di un concorso di successo che si ripeta sono le qualità tecniche: il campo, i servizi e così via. Soprattutto i campi di qualità! Le Ponyadi sono un mondo a parte perché gli atleti sono bambini ma c’è una grossa presenza di genitori a cui il Comitato Organizzatore deve garantire di fare sempre tutto il possibile (non i miracoli!) per la loro serenità. E’ importante che il bambino si diverta e che il genitore sia sereno, che l’evento abbia un’impronta di allegria.


3. Il comitato organizzatore l’ha fortemente voluta come madrina dell’evento Fixdesign - Play Horse Ponyadi2015 in quanto immagine rappresentativa di un’equitazione pulita, personaggio conosciuto e stimato da chi pratica questo sport e, ovviamente, per la sua grande esperienza ed equilibrio. Che significato ha per lei questa scelta?
S.C. E’ un privilegio, perché significa che tanti anni passati in giuria e sui campi prova hanno creato una fiducia nel ruolo del giudice, non in me personalmente ma nel ruolo di giudice. Questo compito non corrisponde a quello che nell’immaginario collettivo è il ruolo della madrina ricoperto da una giovane di bella presenza e anche un po’ scollata, per cui è una grande dichiarazione di stima da parte di chi ha voluto affidare a me un ruolo che ricopro in una maniera particolare ma che vuole esprimere la fiducia nei bravi giudici.

4. Quale sarà il suo ruolo al di là di quello onorario di madrina?
S.C. Non avendo i genitori la possibilità di parlare direttamente con i Presidenti di Giuria in quanto il regolamento prevede che per gli allievi parli l’istruttore io posso essere la persona a cui possono rivolgersi per chiarire alcuni dubbi. Questo mio impegno deriva dall’essere un giudice di vecchia data ma anche dall’essere stata un’ippo mamma. Conosco perciò entrambe le prospettive.

5. Lei ha sempre prestato molta attenzione al rapporto tra i giovani e questo sport realizzando numerose manifestazioni a loro dedicate, l’affettuoso appellativo di “Nonna dei cavalli” ne è una testimonianza. Le Ponyadi sono l’evento dei giovanissimi per eccellenza, quali dovrebbero essere secondo lei i valori portanti di un appuntamento così importante?
S.C. Prima di tutto le Ponyadi sono la massima espressione di agonismo per i bambini, agonismo che però deve essere sempre, come in tutti gli sport, temperato dalla disciplina, dal rispetto del cavallo e soprattutto dal saper perdere. I bambini saranno premiati come riconoscimento della loro bravura e del loro impegno, non per il piazzamento in classifica. E’ questo il significato di disciplina.

6. Che messaggio vuole mandare ai giovani partecipanti delle Ponyadi?
S.C. Siete privilegiati perché il vostro lavoro ha fatto si che foste selezionati! Come vedete lavorare bene, seriamente e con costanza premia sempre, nello sport come nella vita.

Per concludere, la “nonna dei cavalli” vi da un suggerimento con un proverbio inglese che recita: “When mom says no, ask granny” (se mamma dice no chiedi alla nonna, ndt).

Elisabetta Tomasco
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