"Il cavallo da compagnia" è fuori dal redditometro
Un grande successo per gli appassionati del cavallo e, in particolare, per la Fise. Così la Federazione italiana sport equestri, impegnata da mesi, a tutela dei suoi tesserati, in un serrato confronto con l'Agenzia delle entrate commenta la sentenza del tribunale di Asti. Una sentenza che riconosce una differenza tra cavalli sportivi e da alta performance e quelli da passeggiata e d'affezione.
Di fatto quindi i cavalli posseduti dal contribuente per passeggiate o per affezione, non potranno più essere utilizzati come parametri per rilevare la capacità contributiva delle persone. La Commissione ha stabilito un precedente a favore delle tesi dei possessori di cavalli da diporto, facendo proprie, le stesse argomentazioni sostenute dal mondo equestre. Secondo i giudici astigiani, i coefficienti ministeriali relativi al cosiddetto redditometro vanno riferiti 'a cavalli da equitazione', cioè destinati all'attività sportiva, animali dunque di grande valore, certamente costosi per quanto concerne mantenimento, trasporto, gare e addestramento e, quindi, totalmente diversi da quelli utilizzati per passeggiate o tenuti come animali da compagnia.
Fonte: CavalloMagazine